Troll’s bike tour

P come Pasti

Noi italiani, si sa, siamo sin troppo ben abituati perché - diciamolo - come si mangia da noi in termini di varietà e qualità del cibo non si mangia in nessun'altra parte del mondo, non foss'altro perché possiamo sempre contare sul jolly di "santa madre pasta". Tuttavia, a dispetto dell'opinione di molti altri viaggiatori, io ritengo che in Norvegia si mangi benissimo. Certo: il fatto che io adori il pesce mi ha notevolmente avvantaggiato nella "dieta" del viaggio, che potrei riassumere così: colazione abbondante con tè, pane e marmellata, un toast con salmone affumicato, cereali e frutta fresca; a pranzo un panino presso un caffè-ristorante (ricordo uno spettacolare doppio toast a Stryn) o acquistato presso un market; cena con pesce, verdure lessate e patate (lesse o fritte), tanto pane (per sopperire alla mancanza di "santa madre pasta"), dolce (ce ne sono di squisiti) e un immancabile grande boccale di birra. Tra l'altro, se è vero che la Norvegia è abbastanza cara, ho potuto constatare, non senza un velo di tristezza e rassegnazione, che, da quando abbiamo l'euro, ormai il gap si è livellato (purtroppo verso l'alto) e quindi non fa più impressione spendere certe cifre all'estero...

Qualcuno, a questo punto, potrebbe chiedersi: ma il caffè? Possibile che un cicloturista, per di più napoletano e romano d'adozione, sia stato in grado di affrontare un viaggio di una settimana senza una "dose" di magica mistura? Anche per questo aspetto bisognerebbe creare una postilla apposita sotto la lettera E di Esperienza: dopo un altro paio di cicloviaggi precedenti in nord Europa in cui ero rimasto "gabbato" dall'assenza di un espresso, non dico discreto ma almeno sufficiente, questa volta mi sono organizzato, portando dall'Italia una confezione di cioccolatini ripieni di caffè. Non c'è bisogno di fare nomi, anche perché… la foto parla da sola!

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