Roma in bici

pedalando intorno ai sette colli


Pedalare a Roma senza affrontare salite impegnative ed evitando per lo più il traffico? Si può!

Seguitemi in questo itinerario, che ricalca in gran parte il tracciato del GRAB (l’esistente progetto di un Grande Raccordo Anulare per le Bici) e che, in sicurezza, vi permetterà di scoprire angoli nascosti e percorsi ciclabili che collegano parchi, monumenti, riserve naturali e reperti della città più bella del mondo.

Punto di partenza ideale per questo anello ciclabile è Ponte Milvio, non a caso ritrovo di numerosi ciclisti romani, considerato che di qui passa la ciclabile che costeggia il fiume Tevere.

Dopo avere fatto il pieno di energia con una ricca colazione in uno dei numerosi locali che, dal tardo pomeriggio fino a notte, si trasformeranno in poli di richiamo per animare la movida di Roma nord, iniziamo a pedalare seguendo proprio la ciclabile del Tevere, in direzione sud.

Attraversato (a piedi, con bici condotta a mano) il ponte del Risorgimento, ci inseriamo sulla ciclabile delle Belle Arti, che con una leggera salita, superati il museo etrusco di Valle Giulia e la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, porta all'ingresso di Villa Borghese.

Qui ci si potrebbe anche sbizzarrire, divagando su e giù per strade e sentieri della Villa, ma noi tiriamo dritti e, superato l'ingresso del Bioparco, ci ritroviamo sulla ciclabile di via Rossini e poi, attraversata piazza Ungheria, sulla ciclabile di via Panama.

In prossimità di una curva, al chilometro 6 del percorso, abbandoniamo l'asfalto e ci addentriamo in Villa Ada. Questo polmone verde è ricco di labirintici single track, terreno di allenamento per numerosi bikers, ma il nostro obiettivo quotidiano è un altro, così preferiamo percorrere in sicurezza il largo sentiero sterrato che ci conduce al bellissimo laghetto in fondo al parco.

All'uscita di Villa Ada, la strada affronta dapprima una breve salita al monte Antenne, per poi collegarsi alla ciclabile della Moschea, che confluisce nella ciclabile di via del Foro Italico.

Attraversata via Salaria (semafori pedonali con bici a mano), seguiamo il tortuoso collegamento ciclabile che, intorno al chilometro 12 del percorso odierno, ci permette l'ingresso nella Riserva Naturale Valle dell'Aniene: 650 ettari di area protetta dalla Regione Lazio.

I primi 3 chilometri costeggiano il fiume con un tratto di ciclabile asfaltata (ciclabile del Parco delle Valli), ma è attraversato Ponte Nomentano (la cui prima costruzione risale all'età repubblicana e che, oggi, si presenta con un grande arco di travertino sormontato da una fortificazione merlata medioevale) che si entra nel segmento più affascinante: 6 km di sentiero sterrato che attraversa la Riserva con numerosi affacci sul "fratello minore" del Tevere, fino a terminare in prossimità della stazione della Metro "Ponte Mammolo".

Qui si ha davvero la sensazione di avere attraversato la città in sicurezza. Quasi con stupore, infatti, si può realizzare di avere raggiunto Roma est direttamente da Ponte Milvio come in un "traforo virtuale", senza mai avere pedalato in mezzo al traffico dei veicoli a motore.

Anche ora, comunque, la piacevole sensazione continua. Anzi: essa è rafforzata dal fatto che qui il traffico possiamo quasi beffardamente sfiorarlo con la mano, mentre pedaliamo in tutta sicurezza al centro delle due carreggiate, lungo la (protetta) ciclabile Palmiro Togliatti che ci collega a un nuovo, breve, tratto sterrato all'interno del Parco Baden-Powell (intitolato al fondatore dei gruppi scout).

Di nuovo le ruote sull'asfalto e, praticamente per la prima volta dall'inizio del giro, ci troviamo in mezzo alle auto. Ma dura poco, anzi: pochissimo. Dopo appena 300 metri, infatti, troviamo l'accesso (per la verità seminascosto e da superare con bici condotta a mano) alla ciclabile di via Herbert Spencer.

Da qui, raggiungiamo Villa Gordiani, parco archeologico diviso in due parti dalla via Prenestina e che attraversiamo ammirando imponenti vestigia dell'età imperiale, su cui spiccano il mausoleo e i resti dell'aula ottagonale denominata "Tor de' Schiavi". Perché Roma è davvero un museo all'aria aperta, non soltanto nel centro storico.

Lasciatoci alle spalle il sito, quasi al chilometro 27 dell'itinerario, ci attende il più lungo tratto in sede stradale di tutto il percorso, comunque piacevolmente inframezzato da altre due gradite deviazioni in sicurezza: l'attraversamento di Villa De Sanctis (detto anche Parco Casilino-Labicano, zona riqualificata e ora attrezzata per sport all'aria aperta) e, superata la via Casilina, un breve falsopiano in discesa costeggiando i resti dell'acquedotto Alessandrino.

Prima di attraversare la via Casilina, comunque, ci siamo potuti affacciare nel cortile della parrocchia dei S.S. Marcellino e Pietro ad Duos Lauros (dove si possono anche visitare interessanti catacombe) per ammirare più da vicino i resti del Mausoleo di Sant'Elena (madre dell'imperatore Costantino), già ben visibile sulla destra uscendo da Villa De Sanctis. Il monumento è meglio noto come "torre delle pignatte" (da cui il nome del noto, adiacente, quartiere di Tor Pignattara) in quanto, per alleggerirne la pesante volta, in fase di costruzione vennero inserite nel calcestruzzo numerose anfore vuote (dette, per l'appunto, pignatte), ancora oggi ben visibili nella porzione rimasta della volta, come si può apprezzare dalla foto seguente.

Attraversiamo un dedalo di strade secondarie, poco trafficate e, dopo due sottopassaggi, giungiamo al Parco di Tor Fiscale, che fa parte del Parco dell'Appia Antica ed è dominato dall'imponente torre, alta poco meno di 30 metri, posizionata su uno dei punti di intersezione tra gli acquedotti Claudio e Marcio.

Abbiamo da poco superato la metà del percorso e, in effetti, ci troviamo ora a girovagare piacevolmente e liberamente sui sentieri sterrati di quello che è denominato il Parco degli Acquedotti. Il panorama, improvvisamente, si spalanca davanti alle nostre ruote e i Castelli Romani, sullo sfondo, fanno da quinta al tipico paesaggio dell'agro romano.

Se la giornata lo consente, è forse il momento di approfittare di uno spicchio di questi enormi prati per riposarsi e mangiare quel panino che abbiamo ancora in tasca dall'uscita di casa.

Ma il divertimento in fuoristrada non termina qui. Infatti, è sufficiente attraversare la via Appia Nuova (con molta cautela, trattandosi dell'unico tratto dell'itinerario in cui troviamo corsie a scorrimento veloce per le auto, occorre fare inversione nel tratto consentito poco dopo il semaforo) per raggiungere velocemente l'ingresso del Parco della Caffarella.

Sviluppato intorno a un tratto del fiume Almone, anche questo Parco è terreno di allenamento e svago per numerosi bikers romani, che possono quasi perdersi in un labirinto di sentieri, non privi di qualche passaggio un po' più tecnico.

Anche qui, comunque, non manca l'occasione di respirare un po' dell'aria di Roma antica, come ad esempio dinanzi ai resti del Ninfeo di Egeria, sito archeologico risalente al II secolo d.C.

Usciti dal Parco, ci dirigiamo di nuovo in mezzo alle auto in direzione del centro storico della città. Ma, anche in questo caso, sono sufficienti pochi colpi di pedale per rientrare nella "comfort zone" di un percorso sicuro a noi riservato: superato l'ingresso di Porta Ardeatina lungo le Mura Aureliane, ci troviamo infatti sulla ciclabile delle Terme di Caracalla, che ci porta dritti nella "pancia" del Circo Massimo.

E' davvero suggestivo ritrovarsi a pedalare qui, sotto il livello stradale e quasi come moderni aurighi in una bolla spazio-temporale, con le imponenti vestigia del Colle Palatino a farci da sfondo.

Poche centinaia di metri in mezzo al traffico del Lungotevere e scavalchiamo il fiume passando per l'Isola Tiberina. Dal ponte sull'isola è possibile ammirare il fenomeno delle "rapide" create dal dislivello artificiale realizzato per compensare l'asimmetria dei due rami del fiume intorno all'isola.

E' giunto il momento di riprendere a pedalare sulla ciclabile del Tevere e lo facciamo portando il nostro mezzo giù a piedi, approfittando della scalinata posta proprio alla fine del ponte.

Gli ultimi 7 km che ci riportano a Ponte Milvio rappresentano la migliore delle conclusioni possibili per il nostro tour nella città eterna: come introdotti dal telecomando di un proiettore per diapositive, appaiono in rapida sequenza, davanti alle nostre ruote, i ponti più rappresentativi e scenografici di Roma, inframezzati dagli scorci sul "cupolone" di San Pietro e sull'imponente fortezza di Castel Sant'Angelo.

Il tutto mentre pedaliamo in un silenzio ovattato, quasi irreale rispetto al caos cittadino che, lassù oltre il parapetto, ci appare ben più distante rispetto ai pochi metri che ci separano da esso.

Dopo quasi 60 km percorsi, rieccoci dunque al punto di partenza. Siamo riusciti, nello stesso tempo, a fare sport e a visitare il museo a cielo aperto più grande e affascinante del mondo. E non abbiamo nemmeno dovuto pagare il biglietto!


QUANTO, COME, QUANDO

QUANTO

km totali: 58, di cui:

piste ciclabili asfaltate: 24,3 km

sentieri ciclabili sterrati: 22,3 km

tratti in sede stradale: 11,4 km (di cui trafficati: 6,1 km)

dislivello positivo:  350 mt

altitudine minima: 15 mt s.l.m.

altitudine massima: 73 mt s.l.m.

COME

E’ consigliato l’utilizzo di una bici gravel o una mtb; può andare bene anche una citybike, purché equipaggiata con pneumatici di sezione generosa e adeguatamente tassellati per affrontare i tratti in fuoristrada

QUANDO

Il percorso può essere affrontato in qualsiasi periodo dell’anno, anche se la primavera (con le distese di papaveri nel Parco degli Acquedotti) e l’autunno (con i colori del foliage nei parchi e nelle ville) risultano probabilmente quelli più consigliati per godere degli scorci maggiormente suggestivi.


Note:

La descrizione del percorso e la traccia (che si può scaricare al link sotto all’altimetria), naturalmente, non tengono conto di eventuali interruzioni/impraticabilità/chiusure che dovessero verificarsi per cause occasionali.

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