In effetti, a vederli da lassù, in cima alla ripida salita che aveva messo a dura prova le mie gambe, i due faraglioni, così diversi nelle rispettive fattezze, apparivano davvero come descritti in questa leggenda che avevo letto su una guida illustrata di queste affascinanti isole.
Ero lì, sulla collina dell’isola di Eysturoy, appena l’altroieri, nel momento centrale e nel punto più lontano di questa mia breve vacanza le cui sensazioni, dopo tre giorni di pedalata nel silenzio, forse solo adesso affiorano per essere apprezzate completamente, mentre qui, seduto all’aeroporto di Vagar, attendo che venga chiamato l’imbarco per il volo di rientro.