In viaggio con papà

Tre giorni in bici in Austria, sulla ciclabile della Drava. Un racconto… a quattro mani, con le mie foto e i disegni del piccolo Luca


E' cominciato tutto a Roma, nell'estate del 2017. Luca aveva sempre desiderato viaggiare in bici e ha iniziato a chiedere…

- Papà, tu vai sempre a fare quei bellissimi viaggi, quando potrò farne uno insieme a te con la mia bici?

- Sei ancora piccolo, magari il prossimo anno, quando compirai nove anni…

E allora, il giorno del suo compleanno, a febbraio, è ripartito alla carica:

- Papà, allora oggi partiamo con le bici?

- Beh… non intendevo proprio con precisione "il giorno" dei tuoi nove anni! Fa freddo e hai la scuola adesso.  A luglio, ne riparliamo a luglio…

E il 18 luglio 2018 tutto è diventato realtà, a Versciaco, in Val Pusteria ai confini con l'Austria.

- Papà: sono emozionato per domani, ma io non ho una borraccia?

- Te la porto io. Porto i bagagli e tutto il resto così starai più leggero, ma mi raccomando: non cominciare a correre come al solito! In un viaggio in bici, per quanto corto possa essere (e nel nostro caso sarà di soli tre giorni), si parte piano e si arriva piano. Nel mezzo? Si pedala piano. Dai, adesso andiamo a cena a riempire il serbatoio di "carburante"!

1^ tappa: da Versciaco a Lienz – Km. 42

- Papà, finalmente il mio desiderio si è avverato!

- Quanto sei felice, da uno a dieci?

- Trentaduemilaseicentoquaranta!

La ciclabile della Drava (Drauradweg), che porta dall'Alto Adige fino al confine tra Slovenia e Croazia, passando per l'Austria, è probabilmente la più famosa e frequentata d'Europa. Ciò è dovuto soprattutto al fatto che presso il confine tra Italia e Austria (a Dobbiaco, San Candido, Versciaco e Prato alla Drava) esistono degli organizzatissimi centri di noleggio bici che consentono la riconsegna presso innumerevoli stazioni ferroviarie posizionate lungo il tracciato; così è possibile percorrere la ciclabile sin dove si vuole e rientrare con il treno senza la bici.

Noi, però, abbiamo preferito portare da casa e utilizzare le nostre biciclette per questa piccola ciclovacanza, che inizia in una splendida giornata di sole, in mezzo a tanti ciclisti: caratteristica costante di questa prima tappa. Infatti, il tratto fino a Lienz, essendo tutto asfaltato e con meno salite, è quello più frequentato da chi prende la bici a noleggio.

Tuttavia, ciò comporta anche qualche difficoltà di "convivenza" con ciclisti un po' troppo "improvvisati" e la cui mancanza di esperienza è resa evidente non solo dall'abbigliamento (per alcuni, quasi da spiaggia…), ma – ahimé – anche dal mancato utilizzo del casco da parte di molte, troppe persone…

La strada scorre veloce sotto le nostre ruote, per lo più al centro assolato della vallata (i tratti boschivi sono pochi e piuttosto brevi). Non ci sono praticamente salite più lunghe di pochi metri e, quindi, il piccolo Luca può godersi senza affanni questa prima frazione del suo esordio come cicloviagiatore.

L'interesse dei piccoli ciclisti, in questo tratto di ciclabile, può essere indirizzato sia verso aspetti naturalistici (le numerose mucche al pascolo, che si possono anche accarezzare per quanto sono vicine alla strada, oltre ai tratti boschivi e alla bellezza del fiume Drava, che scorre sempre accanto al percorso), sia in direzioni più "prosaiche", come lo stabilimento della Loacker (dove è possibile visitare una mostra sui prodotti di questa nota azienda, oltre a cimentarsi nella "pasticceria interattiva", divertirsi nel parco giochi e, ovviamente, fare acquisti golosi…) o due parchi acquatici con annessi ristoranti-pizzerie.

- Papà, mi piace molto Lienz! Più di tutti i paesini che abbiamo attraversato oggi! Ti ho fatto un disegno che illustra la nostra prima tappa: ti piace? Però, adesso andiamo a fare un bagno in piscina, dai!

2^ tappa: da Lienz a Berg am Drautal: Km. 35

- Papà, ma davvero sono in viaggio in bici con te o è uno scherzo?

E' stata proprio questa la "colonna sonora" della seconda tappa della nostra ciclovacanza.

Il secondo giorno è sempre il più particolare, sia perché è il momento in cui davvero ci si rende conto di essere in un viaggio itinerante e non semplicemente in vacanza con la bici (quest'ultima si può anche fare – e spesso si fa – soggiornando stabili in un posto e dedicandosi a escursioni giornaliere nei dintorni, liberi dal peso dei bagagli), sia perché, specie per un neofita, è il giorno più a rischio: quello in cui possono infatti presentarsi i primi problemi, fisici o mentali.

Fortunatamente, l'approccio alla seconda tappa risulta, se possibile, anche più positivo rispetto alla prima da parte di Luca, che non solo non mostra segni di fatica dopo la pedalata del giorno precedente, ma deve essere anche un po' tenuto a freno per il troppo entusiasmo… (l'esperienza di un genitore cicloturista da anni serve anche a far capire come vanno gestite le energie).

Dopo Lienz, la ciclabile della Drava si "svuota" quasi completamente dei ciclisti con bici a noleggio (praticamente tutti rientrati con il treno in Italia) e assume una dimensione decisamente più "bucolica" e meno chiassosa.

Numerosi, ora, sono i tratti di sterrato, sempre ben tenuto, ma fattibile anche con una bici da corsa (seppure la mia è una vera bici da cicloturismo, tutta in acciaio e con copertoni da 32 mm. di sezione). Luca, invece, pedala sulla sua Mtb.

- Papà, ma questo fiume è sempre lo stesso? Quanto è lungo?

La mattinata scorre veloce e, complici anche le previsioni meteo che annunciano temporali nel pomeriggio, decidiamo di non fermarci per una sosta lungo il percorso ma di fare tutta una tirata fino all'hotel che avevo prenotato, che riusciamo a raggiungere addirittura all'ora di pranzo.

La decisione ci premia: appena il tempo di entrare nel garage dell'hotel che inizia a piovere! E così, dopo il meritato pranzo, la doccia di rito e il disegno di Luca relativo alla seconda tappa (ormai ha deciso di farne uno al giorno), è l'occasione per tirare fuori dalle borse una delle nostre armi segrete contro i momenti di pausa: le carte napoletane.

- Papà, briscola o scopa?

- Briscola: lo sai!

3^ tappa: da Berg am Drautal a  Sachsenburg - Km. 28

Previsioni meteo pessime e, infatti, ci svegliamo mentra ancora piove a dirotto.

Per colazione, quindi, ce la prendiamo ancora più comoda del solito. Io sono ben abituato alla pioggia ma sono naturalmente un po' titubante perché temo che il piccoletto non reagisca molto bene e invece…

- E qual è il problema, papà? Siamo attrezzati, no? E guarda che belle queste nuvole basse che sembrano nebbia!

In effetti, anni di esperienza e di viaggi nel nord Europa hanno fatto sì che, oltre alla mia consueta attrezzatura in Gore-Tex, io abbia pensato anche alla protezione del piccolo ciclista neofita, che quindi è ben dotato di giacca con cappuccio e copripantaloni lunghi con copriscarpe integrati!

Ma, a volte, una buona predisposizione mentale (evidentemente acquisita anche da Luca perché – come si dice – una mela non cade mai lontana dall'albero…) premia e, quindi, appena carico la mia bici e tiro fuori l'abbigliamento antipioggia, ecco che smette di piovere e, circostanza ancora più fortunata, non ricomincerà più per tutto il giorno!

A questo punto, l'unico problema potrebbe essere rappresentato dalle pozzanghere presenti nei segmenti sterrati (che in questo tratto aumentano ancora di più), ma al dunque ciò costituirà solo un ulteriore motivo di interesse per Luca, che si divertirà a fare lo slalom tra le pozzanghere stesse, mentre cantiamo le nostre canzoni preferite, le cui note si diffondono nella valle da un altoparlante bluetooth ben posizionato in uno dei miei portaborraccia.

Ormai i segmenti di vera "ciclabile" (asfaltati e riservati alle sole bici) sono sempre più rari e abbondano, invece, i tratti sterrati e i passaggi su strade aperte ai veicoli a motore (ma si tratta pur sempre di stradine secondarie, a bassissima densità di traffico), attraversando minuscoli paesi, molti dei quali – per la verità – appaiono addirittura privi di forme di vita…

In questa terza giornata, Luca fa conoscenza da vicino con un po' di vere salite. OK: vere per lui, perché non le aveva mai affrontate. Si tratta, in effetti, di rampe brevi e con pendenze non esagerate (mai in doppia cifra, per intenderci), che tuttavia sono sufficienti a fargli capire come vanno affrontate e, soprattutto, come "non" vanno affrontate.

Lo apprende subito, quando alla prima erta, presa con un piglio un po' troppo "allegro", è costretto a mettere il famoso piede a terra e poi a spingere a mano la bici…

Dalla seconda in poi, impara a diminuire la frequenza di pedalata fino a trovare, naturalmente, quella congeniale con cui evitare di trovarsi in debito di ossigeno e, così, grazie anche ai miei piccoli suggerimenti (da seduto un dente in più, in piedi indurisci il rapporto, poi quando ti risiedi torni ad allegerirlo…), il piede a terra, con sua tenera e massima soddisfazione, non lo metterà più.

L'arrivo a destinazione, di nuovo entro ora di pranzo, procura a entrambi una bella emozione. Sinceramente, non so se sia maggiore quella del figlio, che ha coronato il sogno di un viaggio (per quanto breve) in bici con il papà, o quella di quest'ultimo, che ha visto riflessa negli occhi del suo erede la stessa passione per la "slow (e)motion" che solo un'esperienza del genere può dare.

- Papà: ce l'abbiamo fatta! Quanti chilometri abbiamo fatto in tutto?

- Ne abbiamo percorsi 105 in soli tre giorni di bicicletta!

- E' tantissimo! Dopo faccio il disegno, perché adesso ho una fame…

- E che cosa vorresti mangiare?

- Di sicuro patatine fritte!

- Ancora???

Rientrando in Italia con il treno, con il senno del poi realizzo che avremmo anche potuto proseguire per qualche giorno in più. Tuttavia, per questa sua prima avventura, non sapendo quanto Luca avrebbe resistito (tenuto conto che, in precedenza, aveva pedalato solo in vacanza al mare per qualche giretto di poche centinaia di metri o, al massimo, per qualche chilometro), ho preferito programmare soltanto tre tappe, anche perché – per esperienza – so quanto sia bello terminare un viaggio in bici con ancora la voglia di pedalare nelle gambe e nella testa, e non con quella stanchezza che ti fa venire voglia di mettere da parte la bici per un bel po'.

E, infatti…

- Papà, il prossimo anno facciamo un giro più lungo? Andiamo in Germania?