Gravel / MTB

Spoleto - Terni (bici+treno)

Un itinerario quasi interamente al riparo dal traffico motorizzato, suddiviso in due parti: la prima, da Spoleto a Sant'Anatolia di Narco, si sviluppa sul sedime della notissima vecchia ferrovia dismessa; nella seconda parte, si percorre un lungo tratto del sentiero "Greenway del Nera", fino alla cascata delle Marmore, per poi raggiungere Terni con la strada regionale della Valnerina.


Punto di partenza prescelto per questo itinerario è la stazione FS di Spoleto, che raggiungiamo in treno (servizio ferroviario regionale che consente di portare la bici al seguito) da Terni, dove terminerà il percorso e dove, quindi, abbiamo lasciato l'auto parcheggiata.

Dal centro di Spoleto, una puntuale e preziosa segnaletica conduce facilmente al punto di partenza della ciclabile denominata "ex ferrovia Spoleto-Norcia". Tagliando un bosco di ulivi, si ha immediatamente la sensazione di avere lasciato alle spalle il caos cittadino, mentre il solo rumore che ora giunge alle nostre orecchie è in realtà un piacevole suono: quello della ghiaia che "scoppietta" sotto le ruote della bici.

Dopo nemmeno due chilometri dall’inizio del vecchio sedime ferroviario, l'uscita dalla prima galleria ci "proietta" letteralmente sul viadotto del Cortaccione, che percorriamo con la singolare e piacevole sensazione di essere più leggeri del solito, sospesi come siamo sul bosco sottostante. Per chi non soffre di vertigini, qui la sosta per una foto è d'obbligo.

Al km 7,2 della traccia, affrontiamo il "giretto di Caprareccia": l'unico tratto elicoidale scoperto del tracciato (gli altri saranno in galleria). La strada sale "avvitandosi" su se stessa, consentendo, così, di superare il dislivello mantenendo, al tempo stesso, una pendenza ridotta (la sola affrontabile da un convoglio ferroviario).

Il successivo, omonimo tunnel, lungo quasi due chilometri, ci permette di svalicare la montagna e di affacciarci, così, sulla Valnerina, che raggiungiamo alternando tratti panoramici ad altre gallerie, due delle quali realizzate con la già commentata tecnica elicoidale che, complice anche il buio all'interno, fa quasi sentire "disorientati" all'uscita dalle stesse.

E' veramente difficile immaginare che, fino a pochi decenni or sono (il servizio ferroviario è stato interrotto il 31 luglio 1968), questo tracciato venisse percorso da convogli su rotaie e la suggestione permette oggi, comunque, di ammirare e apprezzare ancor di più la notevole opera ingegneristica che, con soluzioni di tipo "alpino", ha consentito tutto ciò.

Una deviazione ben segnalata ci obbliga a lasciare l'agevole sedime della ex ferrovia e una ripida discesa su fondo più smosso ci conduce sul fondovalle, dove, attraversata la strada regionale della Valnerina, ci attende un breve tratto asfaltato su una stradina secondaria che ci porta direttamente nel centro del borgo più interessante dell'itinerario: Scheggino.

Posizionato nel cuore della Valnerina e attraversato dalla "Greenway del Nera" (itinerario – ben segnalato – riservato all'escursionismo a piedi, in bici o a cavallo), il paese presenta numerosi poli di attrazione, come il "museo del tartufo" o il centro sportivo per cimentarsi nelle attività di rafting e canyoning.

Il borgo meriterebbe una sosta più lunga, magari anche per una notte, per godere del silenzio dei suoi vicoli più nascosti e per lasciarci andare ai piaceri del palato, indugiando a tavola davanti alle specialità locali senza la preoccupazione di doverci rimettere subito in sella.

Ma il nostro obiettivo odierno è un altro e, così, attraversato il corso principale lungo il canale su cui si affacciano le case in pietra che appaiono quasi "aggrappate" alla montagna, proseguiamo lungo la Greenway del Nera, che ora presenta un lungo e divertente tratto sterrato con numerosi saliscendi.

Il sentiero scorre sinuoso sotto le nostre ruote e il fiume Nera gioca un po' a nascondino con noi, avvicinandosi e allontanandosi, per poi ricomparire, quasi a sorpresa, tra i fitti arbusti che circondano la Greenway e che si alternano ad ampi e verdissimi prati.

Costeggiando zone "no kill" di pesca alla trota, giungiamo al chilometro 35,2 dell'itinerario, dove la valle, sin qui racchiusa in una suggestiva gola, si apre in corrispondenza di Ferentillo.

Il paese è diviso dal fiume in due borghi (Matterella e Precetto), ciascuno dei quali sovrastato da un'imponente fortezza. Il risultato, decisamente scenografico, è che le due costruzioni si fronteggiano dai versanti delle opposte montagne e appaiono erette, così, quasi a silenziosa guardia dell'accesso alla gola.

Strade bianche si alternano ora a tratti interpoderali asfaltati e segmenti sterrati, fino a giungere, al chilometro 47 del percorso, al cospetto della maestosa cascata delle Marmore.

Con tre salti che creano un dislivello di ben 165 metri, quella delle Marmore (la denominazione deriva dai sali di carbonato di calcio presenti sulle rocce, facendole apparire - appunto - di marmo bianco) è la più alta cascata artificiale d'Europa.

Per ammirarle (naturalmente, nei giorni ed orari di "rilascio dell'acqua") è necessario pagare un ticket e condurre la bici a mano nella "passerella" realizzata per i visitatori. Ne vale sicuramente la pena. Non solo in quanto si tratta dell'unico punto dal quale la cascata risulta ben visibile, ma anche perché, in questo modo, si evita di percorrere la (altrimenti obbligatoria) galleria della strada regionale in mezzo ai veicoli a motore (ormai, infatti, la tranquillità della Greenway è terminata…).

Lasciato il rombo della cascata alle spalle, ci attendono ora solo pochi chilometri di traffico per raggiungere la stazione di Terni. Fortunatamente, la strada è in leggera discesa e, quindi, dopo diverse ore passate piacevolmente e in sicurezza lontano dalle auto, il fastidio di dovere condividere il nostro spazio con loro dura poco…


QUANTO, COME, QUANDO

QUANTO

km totali: 54,4, di cui:

asfalto: 19,2 km (di cui solo 6,7 km di strada trafficata)

sterrato / strade bianche: 35,2 km

 

dislivello positivo: 650 mt

altitudine minima: 132 mt s.l.m.

altitudine massima: 850 mt s.l.m.

COME

Il percorso può essere affrontato solo con una MTB o una bici gravel e non presenta, comunque, passaggi particolarmente tecnici e impegnativi.

In considerazione dell'attraversamento di gallerie non illuminate lungo la ex ferrovia, è obbligatoria la dotazione di luci potenti, anteriori e posteriori.

QUANDO

L’itinerario è fattibile tutto l’anno, anche se, nei periodi piovosi, lunghi tratti saranno decisamente più difficili da percorrere per via del fango.

In caso di percorrenza nei mesi più caldi, è bene tenere presente che risulterà accentuata la differenza di temperatura tra l'interno delle gallerie e l'esterno; pertanto, sarà opportuno portare con sé un giubbino o una mantellina, anche nelle giornate di cielo sereno


Note:

La descrizione del percorso e la traccia (che si può scaricare al link sotto all’altimetria), naturalmente, non tengono conto di eventuali interruzioni/impraticabilità che dovessero verificarsi per cause occasionali o di nuove chiusure di fondi attraversati.

L'itinerario proposto prevede il parcheggio dell'auto alla stazione di Terni e il raggiungimento di Spoleto in treno per iniziare la pedalata, ma nulla impedisce la scelta opposta (parcheggiare, cioè, direttamente a Spoleto e, quindi, per rientrarvi, riservare il tratto in treno alla fine del giro anziché all’inizio). Un'altra opzione, naturalmente, è quella di organizzarsi con il solo trasporto della bici in treno, sia all'andata (fino a Spoleto) sia al ritorno (da Terni) direttamente dalla località di residenza.

Tutte le persone riconoscibili in foto hanno fornito il consenso preventivo alla pubblicazione della propria immagine.