Gravel / MTB

La riserva di Nazzano Tevere-Farfa e il monte Soratte

Un percorso di grande interesse storico e paesaggistico, attraverso la riserva naturale che circonda le anse del fiume Tevere a nord di Roma e alla scoperta di un sorprendente sito che ci riporterà letteralmente indietro nel tempo.


Punto di partenza suggerito per questo itinerario è il parcheggio situato all'ingresso della Riserva Naturale Tevere Farfa, ben segnalato da un apposito cartello al km 28,100 della strada provinciale Tiberina, in località Meana (n.b.: per l’opzione bici+treno, leggere le note riportate in fondo)

Scaricata la bici dall'auto, iniziamo a pedalare immediatamente lungo un agevole sentiero sterrato, caratterizzato da qualche breve saliscendi, che segue le anse del fiume.

La pedalata prosegue attraversando piccoli punti di affaccio diretto sul Tevere, aree pic-nic e capanni per il birdwatching. Incontriamo anche un'altana di avvistamento, quasi all'inizio del percorso, che ci consente di ammirare dall'alto la zona che siamo in procinto di esplorare.

Istituita nel 1979, la riserva ospita infatti una grande quantità di uccelli acquatici, che trovano in quest'ambiente umido e paludoso il loro habitat naturale e che facilmente possiamo scorgere tra i vasti canneti e le fronde dei salici che si sporgono sul pelo dell'acqua.

Al chilometro 8,0 del percorso, superato il punto di approdo di Torrita Tiberina, lasciamo l'oasi naturale passando sotto il ponte stradale che, volendo, ci porterebbe ad esplorare la sponda opposta (dove si trova un sentiero ad anello che permette di completare la visita della riserva), e ci dirigiamo verso nord, sempre seguendo la sponda del fiume.

L'itinerario attraversa, ora, un'ampia zona coltivata, sotto le pendici della collina che ospita i borghi di Filacciano e Ponzano Romano, seguendo un agevole sentiero ben tracciato, che al km 15,5 confluisce in una strada asfaltata che ci conduce in prossimità del casello autostradale della A/1.

Da qui, è necessario percorrere un tratto di strada dove occorre fare molta attenzione ai veicoli a motore che procedono a velocità sostenuta. Fortunatamente, non dura molto. Dopo appena 3 chilometri, infatti, attraversiamo Stimigliano Scalo e, oltrepassato un ponticello, ci ritroviamo a pedalare in sicurezza su un sentiero sterrato che prosegue accanto alla linea ferroviaria.

Al km 27,3 del tracciato, attraversiamo nuovamente la ferrovia e riportiamo le nostre ruote sull'asfalto. Proseguiamo alternando tratti in condivisione con il traffico motorizzato (comunque decisamente scarso) e segmenti sterrati dove pedaliamo in solitudine e possiamo godere di quel senso di sicurezza di cui siamo sempre alla ricerca nelle nostre uscite.

Al chilometro 36,1 dell'itinerario, facciamo il nostro ingresso nel suggestivo e isolato borgo di Foglia: poche case racchiuse intorno a una piazza e posizionate su uno sperone roccioso che incombe sull'autostrada A/1 e che certamente chi transita spesso in auto su quest'ultima non avrà potuto fare a meno di notare, dal basso.

Ed è proprio in basso che ora scendiamo. Un tratto molto ripido e piuttosto impervio, infatti, dove non sarà escluso il fatidico "piede a terra", ci consente di passare sotto il ponte autostradale e di continuare la nostra pedalata nuovamente in prossimità delle sponde del Tevere, che più avanti oltrepassiamo per raggiungere la stazione ferroviaria di Civita Castellana.

Attraversata la S.S. Flaminia in località Borghetto, eccoci nuovamente a pedalare su un piacevole tratto sterrato, lungo più di 7 chilometri e che si sviluppa dapprima come una striscia sottile accanto alla linea ferroviaria per confluire, poi, in una più larga strada bianca che, attraversata una distesa di campi, riporta sulla statale.

Ci attendono, ora, poco meno di 5 chilometri, e una leggera salita, da percorrere sulla via Flaminia. Al km 54,3 del tracciato, fortunatamente, svoltiamo a sinistra prendendo via Ponzano Cave e immediatamente lasciamo l'asfalto, per ritrovarci a percorrere una suggestiva strada bianca, attraverso un tunnel di vegetazione che ogni tanto si interrompe per farci godere la vista di sconfinati campi coltivati.

Al chilometro 58,8 del percorso, svoltiamo decisamente a destra e ci dirigiamo verso il monte Soratte, che appare così, solitario e maestoso in fondo alla strada sterrata che si spalanca dinanzi alle ruote, e non comprendiamo bene se ci stia solo bonariamente invitando o se la sua risulti, piuttosto, una perfida attesa a mo' di sfida.

La sfida, in ogni caso, è facilmente vinta, affontando e superando i 6,5 km di salita che, oltrepassata una sbarra all'altezza di una decisa curva a sinistra al km 64,1 e una successiva, breve, galleria, ci conducono a un magnifico belvedere da cui possiamo ammirare il paese di Sant'Oreste e la campagna che si estende ai suoi piedi.

Ma questo non è un semplice belvedere. Ci troviamo, infatti, in un luogo di enorme importanza storica, come ci suggerisce il vero e proprio "museo all'area aperta" di reperti bellici che possiamo ammirare.

Nel corso del ventennio fascista, il monte Soratte fu scelto per ospitare un rifugio antiaereo destinato alle "alte sfere" in caso di attacco aereo alla capitale. Fu così creato il "bunker Soratte", una cittadella che si sviluppava su più di 4 km di gallerie scavate nel cuore della montagna.

Il luogo fu poi utilizzato, durante la seconda guerra mondiale, quale centro di comando dei vertici dell'occupazione nazista e infine, nel clima di "guerra fredda" degli anni '60, fu oggetto di lavori di ritrutturazione e ampliamento al fine di destinarlo a rifugio antiatomico per il Presidente della Repubblica e il Governo italiano in caso di attacco alla Nazione.

Oggi, il bunker è visitabile, con aperture domenicali al pubblico, ma solo con guida e prenotazione obbligatoria.

Rientrati nel XXI secolo… possiamo approfittare di una sosta per rifocillarci in paese, prima di affrontare gli ultimi 15 chilometri che, tra una ripidissima discesa su asfalto e un lungo tratto immerso nel bosco, comprendente anche una ripida salita su strada bianca, ci riporteranno al punto di partenza.


QUANTO, COME, QUANDO

QUANTO

km totali: 82,1, di cui:

asfalto: 33,7 km

sterrato / strade bianche: 48,4 km

 

dislivello positivo: 1.050 mt

altitudine minima: 30 mt s.l.m.

altitudine massima: 427 mt s.l.m.

COME

Il percorso può essere affrontato solo con una MTB o una bici gravel. Non presenta tratti particolarmente “tecnici” né insidiosi, tuttavia, anche per la sua discreta lunghezza, non è propriamente adatto ai neofiti del fuoristrada.

QUANDO

L’itinerario è fattibile tutto l’anno, anche se si sconsigliano i periodi piovosi perché il conseguente fango e le pozze di acqua che si vengono a creare tendono a rimanere, poi, per un discreto periodo, considerata l’umidità di buona parte del tracciato. In piena estate, invece, la pedalata potrebbe essere infastidita dalla presenza di moscerini e insetti nella riserva di Nazzano Tevere-Farfa.


Note:

L’itinerario proposto prevede il raggiungimento del punto di partenza con l’auto, ma c’è anche l’opzione alternativa treno+bici, sfruttando il servizio regionale di Trenitalia. In questo caso, si potrà iniziare la pedalata in punti differenti del percorso, ad esempio dalla stazione di Stimigliano Scalo o da quella di Civita Castellana, o anche da quella di Poggio Mirteto Scalo, che tuttavia è leggermente “fuori traccia” (di 1,5 km).

La descrizione del percorso e la traccia (che si può scaricare al link sotto all’altimetria), naturalmente, non tengono conto di eventuali interruzioni/impraticabilità che dovessero verificarsi per cause occasionali o di nuove chiusure di fondi attraversati.

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