Autunno in Salzkammergut

Due giorni a zonzo con una bici gravel su piste e sentieri ciclabili del salisburghese, pedalando sulle note di Mozart tra il foliage delle foreste e limpidi laghi alpini.


Il silenzio è irreale, la nebbia fitta. Affacciato di prima mattina al pontile di Hallstatt, cerco di intuire il contorno dell'omonimo lago, ma la visibilità è ridotta al minimo

2 giorni
2 borse da bikepacking
200 km.
Sono giunto qui ieri sera, al termine della prima tappa di una "zingarata" in solitario organizzata last minute, confortato dalle favorevoli previsioni meteo.
Salzkammergut: il nome della regione austriaca che ho scelto di attraversare deriva dal termine tedesco "salz" e richiama, infatti, le miniere di sale che risultavano presenti in questa zona già all'epoca dei Celti. E il luogo di partenza non poteva che essere Salzburg, la "città del sale", per l'appunto.

Meglio nota a noi come Salisburgo, è una località vivace e giovanile, attraversata dal fiume Salzach sulle cui sponde corre una pista ciclabile talmente frequentata da frettolosi studenti e lavoratori che risulta quasi difficile fermarsi per scattare una foto senza essere... tamponati da un altro mezzo a pedali!
Ma si può forse descrivere Salisburgo senza menzionare il più grande e noto artista a cui la cittadina ha dato i natali?
Wolfgang Amadeus Mozart: tutto qui evoca l'enfant prodige dei compositori. Dalle vetrine dei negozi di souvenir alle pasticcerie, dalle librerie alle insegne di alcuni hotel e ristoranti, è pressoché impossibile passeggiare nella zona pedonale della altstadt (città vecchia) senza imbattersi in quello che da tempo gli abitanti hanno eletto quale proprio simbolo.

Non a caso, anche la ciclabile che transita lungo il fiume costituisce un tratto della "Mozart-Radweg". Si tratta di un tortuoso percorso cicloturistico che si sviluppa per circa 450 km., tra il salisburghese e la Baviera, con diverse deviazioni che interessano i numerosi laghi della zona.
E' proprio seguendo questa ciclabile, dapprima in un suggestivo bosco e successivamente attraverso distese di campi coltivati, che sono giunto alla sponda meridionale del Mondsee.

Il "lago della luna" è uno dei più grandi della regione, noto per essere quello dall'acqua più calda (la sua temperatura raggiunge i 26° in agosto) e, anche per questo, frequentatissimo dai bagnanti e dagli appassionati degli sport acquatici.
Lasciata la sponda sud del lago, il percorso, sino a quel momento caratterizzato dall'alternanza di ciclabili in sede protetta e stradine di campagna, si è poi inerpicato lungo una breve e larga salita che, dopo lo scollinamento, mi ha permesso di scoprire un piccolo gioiello: il Krotensee.

Come la cavea di un teatro naturale, i boschi circondano per due terzi il piccolo specchio d'acqua di questo lago e, grazie ai colori del foliage di stagione, ho potuto assistere, unico spettatore, a tale rappresentazione della natura resa ancora più affascinante dall'illuminazione cortesemente messa a disposizione da un tiepido sole d'ottobre.

Un toast e una bibita. Più tardi, seduto per una sosta al tavolino di un chiosco sulla sponda del Wolfgangsee (no: questa volta il toponimo non è dovuto a Mozart...   piuttosto, c'è di mezzo il vescovo Wolfgang e la cappella da costui realizzata nel X secolo nell'omonimo paese che affaccia sul lago), cercavo di raffigurarmi questo luogo in estate, immaginando una moltitudine di turisti che prendono d'assalto hotel, bar e ristoranti per godersi le acque balneabili e trasparenti.

Isch e Traum: dai laghi ai fiumi. Lasciata la ciclabile di Mozart, è sufficiente seguire questi due corsi d'acqua per raggiungere la vera perla della regione.

Con le sue tipiche abitazioni dall'architettura alpina e l'iconica guglia appuntita del campanile che domina l'omonimo lago, Hallstatt si è presentata ai miei occhi esattamente come nelle immagini delle cartoline.

Questo pittoresco villaggio, noto anche perché qui si trova la più antica miniera di sale d'Europa (accessibile con visita guidata), è preso d'assalto, durante l'alta stagione e nei fine settimana, da orde di turisti, soprattutto orientali (i cinesi, clonatori per eccellenza, se ne sono talmente innamorati da averne addirittura realizzata una copia, a grandezza naturale, sulla sponda di un lago artificiale in madrepatria!). Fortunatamente, ho avuto la possibilità di fare tappa qui in un giorno feriale di ottobre e di potermi così godere la pace e il silenzio che caratterizzano l'ampia zona pedonale in una serata fuori stagione.

Eccomi, dunque, affacciato di prima mattina al pontile di Hallstatt. Nemmeno il tempo di riavvolgere nella mente il nastro delle immagini di ieri e la nebbia si è ormai diradata, come un sipario che si apre mostrando allo spettatore, poco a poco, la meraviglia delle boscose sponde del lago.

Rosso, arancio, marrone, verde, violetto: i colori dell'autunno accompagnano la mia pedalata intorno all'Hallstatter See, seguendo un tracciato che si può compiere nell'interezza solo in bici o a piedi. Alle auto, infatti, è interdetto un lungo tratto della sponda est del lago. Tra l'altro, è proprio questa la parte più affascinante del percorso. La ciclabile, infatti, in un tratto in cui le sponde risultano troppo ripide per essere praticabili, è "costretta" a invadere lo specchio lacustre e, così, si ha l'affascinante esperienza di pedalare per un po' lungo una passerella sospesa sulle acque. E non si pensi che la soluzione ingegneristica sia dovuta alle tecnologie più moderne: l'incisione su una targa posta sul tracciato ci ricorda, infatti, che la passerella è stata realizzata più di trenta anni fa...

Ghiaia. È la traduzione letterale di "gravel". E le gravel bike possono essere ormai considerate le bici da cicloturismo per eccellenza. Caratterizzate da geometrie comode e provviste di freni a disco, se dotate di pneumatici di media sezione (32-35 mm.) garantiscono una buona scorrevolezza su asfalto e, al contempo, consentono estemporanee "divagazioni sul tema" su strade sterrate e "single track" non troppo ripidi.

Ghiaia, dunque. È proprio questa la superficie che si alterna all'asfalto anche nella seconda tappa dell'itinerario, che mi vede ora percorrere in sella alla mia gravel bike (per l'appunto) uno spettacolare sentiero ciclabile che, immerso nella foresta, si snoda parallelo alla strada di montagna che collega la valle del Traun al più esteso lago dell'Austria: l'Attersee.

E' ormai l'ora di rientrare. Precisi e puntuali, i pannelli della ciclabile di Mozart mi indicano la strada. La stanchezza non so che cosa sia: sereno e appagato, percorro gli ultimi chilometri ancora accompagnato da un magnifico sole che, al suo calare, mi regala lo scorcio conclusivo, illuminando con i suoi ultimi raggi l'imponente fortezza Hohensalzburg che appare davanti alle mie ruote, di nuovo a Salisburgo.